Migliorare il comfort, ridurre le lamentele e ottenere anche risparmio sui costi energetici. E’ possibile?
Con il termine non-energy benefits (NEBs) è possibile identificare tutti quei benefici che genera un intervento di efficienza energetica e che vanno oltre al risparmio energetico conseguente all’intervento.
Un interessante studio dell’American Council for an Energy-Efficient Economy (link al documento) spiega come i benefici non energetici spesso rendano più appetibile un intervento di efficienza energetica.
Alcuni tra i NEBs più interessanti:
- riduzione del mancato fatturato
- aumento del comfort
- aumento del valore dell’asset
- aumento della produttività
- aumento della salute dei lavoratori e riduzione dell’assenteismo
- riduzione degli sprechi
Prima di tutto una domanda: come posso però analizzare gli effetti dei NEBs?
Molte realtà già misurano le variabili necessarie per determinare i NEBs, quindi spesso non sono necessari costi aggiuntivi. E’ vero anche che molti NEBs non possono essere misurati direttamente e quindi richiedono surveys specifiche e analisti in grado di interpretarle.
Ecco gli esempi per ambito NEB
Comfort
Ti elenco alcuni progetti che hanno riscosso successo. Migliorando il comfort hanno ridotto i consumi:
In un progetto di ricerca (Higuera et al. 2014), un sistema di controllo che gestisce l’impianto HVAC e l’illuminazione migliorando, quindi, il comfort illuminotecnico e microclimatico, ha prodotto risparmi energetici tra il 23% e il 43%.
Il progetto “comfort efficiency” (Nagengast, Uddenberg, and Miller 2016) ha prodotto un risparmio energetico del 40% in un gruppo di 6 classi educative mobili.
Costi operativi
Ridurre i costi di manutenzione è correlabile all’efficienza energetica poiché i sistemi che operano in maniera ottimale consumano sempre meno rispetto a sistemi non regolati. Ovviamente misurare i benefici di questo NEB richiede la creazione di un baseline di costi di manutenzione per tracciare una correlazione tra i costi di manutenzione successivi all’intervento e i risparmi ottenuti.
Produttività
Non è come ben sai un tema semplice da quantificare. Uno studio del National Research Council (Newsham, Veitch, and Hu 2017) ha definito quali sono gli indicatori che possono essere utilizzati per valutare l’aumento della produttività:
- assenteismo (risorse umane)
- ricambio del personale (risorse umane)
- soddisfazione sul posto di lavoro (survey)
- salute dei lavoratori (survey)
- lamentele al facility manager (facility management)
Il risultato dell’iindagine è riportato nella tabella sottostante
Vengono mostrati vari programmi di miglioramento della produttività. In particolare, il programma “better buildings” si occupa di migliorare le strategia di ventilazione, la qualità illuminotecnica, il comfort e l’utilizzo di tecnologie di automazione nella gestione dell’edificio.
Ogni indicatore vede associato il suo benchmark (in viola se preso da indagini nazionali/internazionali) e l’effetto sui vari programmi. La freccia la direzione dell’effetto e il numero la dimensione dell’effetto nella stessa unità di misura del benchmark. Se il numero è mancante non è stato possibile quantificare l’effetto, ma solo il trend.
Inoltre, ricorda che le aziende hanno meno probabilità di cambiare sede quando i loro lavoratori sono più produttivi. Vedere un basso turnover dei tenants consente agli owners di alzare il valore della proprietà.
Seppure i dati siano ancora pochi (è un mondo in rapidissima evoluzione), tutti questi NEBs possono essere opportunamente quantificati per essere inclusi nelle valutazioni di costi/benefici.
La nostra esperienza sul campo
Abbiamo indagato recentemente questi argomenti in un hotel.
Il problema, oltre ad un consumo per climatizzare 100 m2 elevato e pari a circa 4.400 €, era un discomfort dovuto a elevate temperature in ambiente.
La nostra squadra è uscita per un sopralluogo ed ha scoperto alcune cose interessanti. Ti elenco quelle più significative:
- il circuito che caricava il boiler dell’acqua calda sanitaria aveva la pompa sempre accesa. Questo significa acqua calda a 70°C sempre in circolo nel circuito
- la caldaia produceva acqua calda sempre a 70°C indipendentemente dalle condizioni esterne
Risolvere questi due problemi significa:
- maggior comfort nelle camere in inverno per riduzione delle dispersioni di calore del circuito
- saving energetico per riduzione costi di pompaggio e di gas metano per miglioramento performance caldaia (che lavorerebbe in condensazione)
Il costo per risolvere i problemi elencati è di qualche centinaio di euro e l’intervento si ripaga in meno di un anno, senza considerare che non è stato quantificato il miglioramento del comfort e il recupero del mancato fatturato!
Chi si fida di noi
Costa Edutainment (Acquario di Genova, Cattolica, Oltremare)
East Balt Italia
Aeroporto di Verona
Ceccato Aria Compressa
Camst
EXCO è società certificata UNI CEI 11352:2014 (vedi sito Accredia)
Chiamaci per iniziare insieme la tua attività di Retro Commissioning.
Ugo Mazzali
Responsabile Business Unit